Che cos’è il rischio per un risparmiatore / investitore quando deve scegliere come allocare i propri risparmi ?

C’è differenza nella percezione del rischio tra un risparmiatore che possiede un livello di cultura finanziaria bassa, rispetto ad un risparmiatore che possiede un livello di cultura finanziaria medio alto ?

La risposta è: si ci sono differenze e in alcuni casi molto rilevanti.

Scopriamo la differenza andando a classificare in una scala da 1 a 10 il rischio delle principali forme di impiego del risparmio / investimento.

Da quella percepita come più rischiosa ( n.1) fino a quella con rischio quasi nullo (n.10).

La prima classifica degli investimenti in base al rischio percepito è quella realizzata mediamente dal risparmiatore / investitore con bassa cultura finanziaria (tabella A)

Tabella A – Risparmiatore con Cultura Finanziaria Bassa

In questa classifica l’investimento a maggior rischio è quello in una singola società di medie- piccole dimensioni, subito seguito dall’investimento in una singola società di grandi dimensioni.

Al terzo e quarto posto abbiamo i Fondi Azionari che investono in società residenti nei Paesi Emergenti (Cina, India, Malesia, ecc..) e i Fondi azionari che investono in grandi società residenti in tutto il mondo.

Al quinto posto troviamo gli investimenti che sono di Moda in un certo periodo storico, adesso ci sono i Bitcoin ovvero le Criptovalute e l’Equity Crowfunding, ieri c’era il Forex ovvero investire sui Cambi Valutari, prima ancora c’erano i Diamanti, fino ad arrivare ai Tulipani (qualche secolo fa anno 1637).

Al sesto posto ci sono le materie prime, Oro in primis, seguito dal Petrolio e poi Argento, Rame, Grano, Caffè, così via fino al mitico Succo di Arancia di Eddie Murphy (Una poltrona per due)

Settimo posto, Immobili; il mattone resta uno degli investimenti più amato dagli italiani anche al netto di un carico fiscale sempre più penalizzante.

Ottavo e nono posto troviamo le emissioni obbligazionarie corporate e quelle governative; per quest’ultime oggi onde evitare tassi negativi è necessario rivolgersi ad emissioni in valuta estera o restare in casa con i BTP

Ultimo posto in questa graduatoria del rischio abbiamo un’altra forma di impiego del risparmio molto amato dagli italiani: i depositi bancari in conto corrente. La liquidità detenuta dalle famiglie per far fronte al “non si sa mai” è pari ad 1/3 della loro ricchezza complessiva (Consob, Rapporto 2019 Scelte di Investimento delle Famiglie Italiane).

 Andiamo a vedere ora invece la graduatoria del rischio degli impieghi del risparmio realizzata dal risparmiatore dotato di una cultura finanziaria medio alta (tabella B)

Tabella B – Risparmiatore con Cultura Finanziaria Medio -Alta

 

 Tre Categorie di Rischio

Innanzitutto si può notare come il rischio non è unico ma viene suddiviso in tre categorie:

  • Perdita del Capitale (Perdita non recuperabile)
  • Inflazione ( Perdita del Potere di Acquisto )
  • Volatilità ( Perdite momentanee a breve termine e recuperabili nel medio termine )

Perdita di Capitale

Al livello più elevato di rischio c’è la categoria del “Rischio di Perdita del Capitale a titolo definitivo”, ovvero perdita che non è possibile recuperare nemmeno aspettando molti anni.

Al primo posto di questa categoria abbiamo l’investimento in “Quello che va di Moda”, si tratta della forma di impiego del risparmio più incerta e quindi più pericolosa in assoluto. Eventi Formativi di 2 giorni e siti Web trasformano semplici risparmiatori in super esperti di Opzioni, Cambi Valutari, Criptovalute, Compravendita di immobili a breve termine e Azionisti di start up.

Al secondo e terzo posto troviamo gli acquisti di singoli titoli azionari reciprocamente in piccole-medie imprese e in grandi imprese. Per queste due tipologie di investimento non ci sono differenze tra i diversi livelli di cultura finanziaria anzi si può dire che c’è unanimità di percezione del rischio.

Inflazione

Dove invece c’è una enorme differenza di interpretazione del rischio è relativamente ai depositi in conto corrente.

Per il risparmiatore evoluto il maggior rischio finanziario dopo il “rischio di perdita del capitale” è la perdita del potere di acquisto del denaro.

Il denaro detenuto come liquidità o in conto corrente anno dopo anno perde valore. La perdita è misurata dal tasso di inflazione; e sebbene negli ultimi anni abbia assunto valori piuttosto contenuti, ciò non ha impedito in 10 anni di far perdere il 12% di potere di acquisto ai nostri risparmi detenuti in liquidità.

Per il risparmiatore “evoluto” ogni euro detenuto come liquidità significa subire una lenta e silenziosa perdita; non si tratta di una perdita di capitale probabile ma bensì di una perdita (indiretta) certa.

Per questo motivo, la liquidità e il conto corrente, si posiziona al quarto posto della graduatoria del rischio finanziario.

Il rischio di perdita dovuta all’inflazione si riduce leggermente grazie all’impiego dei titoli obbligazionari governativi e un po’ di più all’impiego dei titoli obbligazionari corporate, i quali concedono mediamente un rendimento maggiore dei titoli degli stati sovrani.

Al settimo posto abbiamo le materie prime, un investimento correlato all’inflazione, ovvero spesso un aumento del costo delle materie prime si traduce in un aumento dell’inflazione e quindi possono rappresentare una buona copertura al rischio di perdita del potere di acquisto.

Volatilità

 

In fondo a questa graduatoria del rischio troviamo la “Volatilità”. Quest’ultima è la misura del rischio utilizzata da tutti nel sistema finanziario e appare la più temuta; in realtà non è una misura di incertezza del risultato finale, ma più semplicemente è la misura del movimento a zig zag (non lineare) del rendimento di un investimento. Banalizzando la volatilità misura il grado di ripidità delle montagne russe dell’investimento finanziario. La destinazione finale è certa, si tratta di sopportare le numerose e rapide discese del percorso intrapreso.

Con la Volatilità non si perde capitale e non si perde potere di acquisto, a patto di rispettare una semplice regola: dare all’investimento il tempo necessario per generare il suo rendimento.

In fondo a questa graduatoria del rischio troviamo quindi all’ottavo posto i Fondi di Investimento Azionari nei Paesi Emergenti e al nono posto l’amato “ Mattone “ abitazioni residenziali, uffici, negozi, capannoni, ecc..

Gli Immobili sono un investimento che protegge benissimo dall’inflazione, ma con prezzi molto volatili, poco adatto a fare trading a breve e medio termine.

All’ultimo posto con il livello di rischio più basso si posizionano i Fondi Azionari Globali, ovvero Gestioni collettive, ( meglio se passive con costi molto contenuti come gli ETF ) che hanno ad oggetto partecipazioni nelle più grandi e importanti aziende mondiali; motori dell’economia globale e fonti di continua crescita e innovazione.

 

Come aumentare il livello di Cultura Finanziaria 

In conclusione, il Rischio Finanziario non è uguale per tutti i Risparmiatori, ma bensì è in funzione del grado di Cultura Finanziaria posseduta.

Come fa un Risparmiatore ad incrementare il suo livello di Cultura Finanziaria ?

Lo può fare in due modi principali:

  • Autonomamente, studiando molto e con costanza;
  • con il supporto di un Professionista;

Nel caso si opti per chiedere supporto ad un Professionista, la raccomandazione è di verificare che possieda le seguenti caratteristiche:

  • Indipendente da Banche, Assicurazioni e Intermediari Finanziari ( non dovrà mediare tra i tuoi interessi e quelli dell’Intermediario per cui opera, “Paolo Savona Presidente CONSOB 27/06/2019”)
  • Remunerato solo a parcella ( no prodotti a catalogo, ma bensì soluzioni personalizzate)
  • Coach Finanziario (capace di ascoltarti e comprendere le tue esigenze personali)
  • Esperto di Pianificazione Finanziaria, Patrimoniale e Fiscale ( senza visione a 360° non è possibile trovare soluzioni finanziarie efficaci).