Donare ai Figli fa Risparmiare le Tasse
L’imposta di Donazione e Successione si applica sul valore attuale dei beni devoluti ai figli ( e ai nipoti ) con un’aliquota del 4,00% con una franchigia di €. 1.000.000 per ciascun figlio ( e per ciascun nipote ).
Ad esempio se sono il padre di n. 2 figli e nonno di n. 4 nipoti, potrei donare €. 6.000.000 ( n. 6 donazioni da €. 1.000.000) senza dover pagare l’imposta di donazione.
Se invece preferissi non anticipare in vita alcun passaggio generazionale ma attendere la mia morte, potrei disporre per testamento la devoluzione di beni a favore dei miei due figli e quattro nipoti sempre per un totale di €. 6.000.000 ( €. 1.000.000 x n. 6 ) in esenzione dall’imposta di successione.
Secondo l’Agenzia delle Entrate (circolare 3/E – 2008) le donazioni sono però soggette al Coacervo, ovvero ai fini dell’imposta sulle successioni e donazioni la franchigia ai discendenti (figli e nipoti) di €. 1.000.000 è una sola e se utilizzata totalmente per le donazioni non risulterà disponibile per la successione.
Ad esempio se faccio una donazione a mio figlio di €. 800.000 al momento della successione mio figlio potrà godere solo di una franchigia residua di €. 200.000 (in realtà meno perché il valore della donazione dovrà essere rivalutata alla data dell’apertura della successione).
Il Coacervo
L’istituto del Coacervo (ad ogni donazione si deve tener conto delle donazioni precedenti e sommarle tra di loro) era necessario fino al 2000 (quando vigeva il sistema di calcolo con aliquote progressive) per individuare l’aliquota progressiva corretta da applicare.
Se non si procedeva a cumulare tutte le donazioni ricevute, sarebbe stata applicata sempre l’aliquota più bassa con evidente elusione dell’imposta di donazione da pagare.
La stessa cosa valeva per l’imposta di successione, era necessario sommare ai beni oggetto della successione anche tutti i beni donati in vita dal genitore, in modo da individuare la corretta base imponibile e la relativa aliquota progressiva (come accade con l’Irpef dove le aliquote progressive sono 23% – 25% – 35% – 43%).
Quindi fino al 2000 vigeva l’istituto del coacervo sia tra donazioni successive ai fini del calcolo dell’imposta di donazione ( art 57 TUS), sia tra donazioni effettuate dal defunto e i beni da lui lasciati per successione ereditaria ( art. 8 TUS).
Secondo l’Agenzia delle Entrate sebbene dal 2000 sia stato soppresso il sistema di aliquote progressive, sostituito dalla franchigia e dal rapporto di parentela, però la sommatoria delle donazioni con i beni oggetto della successione è comunque necessario al fine di verificare l’erosione delle franchigie.
L’Orientamento della Cassazione
La Cassazione invece con alcune sentenze conferma un orientamento basato (Cass n. 7272 / 201, n. 24940 / 2016 , n. 12779 / 2018, n. 758 / 2019 ) su questi principi:
- il coacervo è vigente tra donazioni che si succedono (ai fini della franchigia di €. 1.000.000 devono essere sommate tra di loro);
- non sono oggetto di coacervo:
- le donazioni effettuate nel periodo in cui l’imposta di donazione non era vigente ( dal 25/10/2001 al 29/11/2006);
- le donazioni che risultavano esenti al momento della donazione stessa;
- le donazioni che risultano esenti al momento del coacervo;
- non è più vigente il coacervo tra donazioni e devoluzioni ereditarie ( quindi doppia franchigia: €. 1.000.000 per le donazioni e €. 1.000.000 per la successione )
In Conclusione: Meglio l’Uovo Oggi che la Gallina domani
In conclusione per i figli e nipoti è possibile beneficiare di una doppia franchigia di €. 1.000.000
La prima franchigia di €. 1.000.000 è possibile utilizzarla per le donazioni e la seconda di €. 1.000.000 per la successione.
Tornando all’esempio iniziale, il Genitore con n. 2 figli e n. 4 nipoti potrebbe devolvere a loro favore un patrimonio in esenzione di imposta di successione e donazione fino ad €. 12.000.000 ( €. 6.000.000 donazioni + €. 6.000.000 eredità ) con un risparmio di imposta pari ad €. 240.000 ( €. 6.000.000 x 4%)
Donare in vita parte del proprio patrimonio, oltre a fare felici subito Figli e Nipoti, che ne possono godere in giovane età, può far risparmiare anche un po’ di tasse.
Altro vantaggio di effettuare donazioni è che ad oggi l’Italia è un paradiso fiscale ai fini del passaggio generazionale, ma a causa dell’enorme debito pubblico (insostenibile) nei prossimi anni è molto probabile che le franchigie si ridurranno e le aliquote aumenteranno sensibilmente.
Quindi in questo caso è meglio “ l’uovo oggi che la gallina (che non ci sarà) domani “.
Rischi con l’Agenzia delle Entrate
I rischi di puntare sulla doppia franchigia (assenza di coacervo) sono legati al fatto che:
- l’Agenzia delle Entrate non condivide molto i principi espressi dalla Cassazione e tende a non riconoscere la doppia franchigia;
- la liquidazione dell’imposta di successione ovvero il calcolo dell’importo che gli eredi dovranno pagare viene realizzato dall’ufficio dell’Agenzia delle Entrate in base ai dati forniti da chi compila la Dichiarazione di Successione;
- nella Dichiarazione di Successione devono essere indicati gli importi di tutte le donazioni effettuate dal genitore a favore dei figli / nipoti (ex art 29 co. 1 lett f TUS ).
In sostanza l’ADE tenderà ad applicare il coacervo ai fini della liquidazione dell’imposta di successione.
Gli eredi possono allegare una Dichiarazione facendo riferimento ai principi sull’assenza di coacervo sanciti dalla Cassazione e chiederne la non applicazione.
Se arriverà l’avviso di liquidazione di imposta di successione da parte dell’ADE dove ha applicato il coacervo, all’erede non resterà che procedere ad impugnare l’atto impositivo presso la Corte di Giustizia Tributaria ex Commissione Tributaria
L’erede dovrà valutare il rapporto costi / benefici derivanti dall’instaurazione di un contenzioso tributario, ovvero il rapporto tra il risparmio di imposta e i costi legali, perché si può arrivare fino in Cassazione, con il rischio (sempre potenziale) di un futuro cambio di orientamento degli Ermellini.
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